Alessandra Borgogelli

SOTTOSOPRA: cocktail micidiale quotidiano sinestetico espansivo.Dal “rosa” al “blu” e viceversa.
Spesso Marina Bolmini “porta” sopra ciò che sta sotto. E così ha reso espliciti gli attributi sessuali femminili quali i capezzoli o il sesso, ricamandoli sulle pelli dei vestiti. E l’idea del ricamo si porta dietro la certezza di tempi lunghi di elaborazione e di grande pazienza. Si tratta dunque di eseguire un lento lavoro di ago e di pensiero, di attendere una specie di alta marea che espande ed impone ciò che è nascosto. La stessa lunga elaborazione avviene anche in questa occasione. Siamo di fronte a un trittico premoderno, (dunque costruito in modo paratattico), di tre medicine della Roche farmaceutici. Anche la Bolmini, come molti artisti di oggi, prende l’”inizio di battuta” dalla quotidianetà, da tutto quel mondo di piccole cose di pessimo gusto che ci circondano e che, in particolare, fanno parte del mondo femminile e delle elucubrazioni mentali di casalinghe solitarie. Ed ecco che la quotidianità viene interrogata e sondata concentrando l’attenzione non su farmaci banali, ma su un ansiolitico, su un antidepressivo e su un ipnotico, riportati anche con i loro relativi dosaggi. Si tratta, in fondo, di un kit completo per la tranquillità. Intorno ai tre quadretti sono disseminate pillole infiocchettate, carine ed accattivanti. Tutte le scritte e le immagini sono fatte a punto croce, ed è proprio grazie a questa operazione che ci attirano sia Lexotan 1,5 mg., sia Dalmane 30 mg., sia Roipnol 2 mg., insomma il trittico con relative pillole di cui accennavo a poco fa. Tutto l’insieme è sottolineato, di volta in volta, da eleganti decorazioni che contribuiscono a trasformarlo in una specie di soave mosaico. Ma si sa, il punto croce è appunto “croce” (lo dice il nome stesso) e delizia di eterni e pazientissimi lavori femminili. Lo vedete infatti un uomo che lavora a punto croce? Ed è qui che si crea quel cortocircuito, quell’indoramento della pillola – è proprio il caso di dire – che fa scattare un rilievo di situazione sulla condizione femminile. I nomi dei farmaci, belli e piacevoli quando si guardano, in realtà denunciano il profondo ed antichissimo malessere di molte donne. E lo “dice” anche un cuscino abbandonato in una poltrona, che rinuncia subito alla sua funzione di dare tranquillità e riposo. Infatti il cuscino rosa, colore da sempre legato alla femminilità, si converte subito in “altro”, e diventa schermo di un video dove si recita una dura telenovela che prende la battuta da un foglio illustrativo di un antidepressivo: “Attacchi di panico: inizialmente un confetto da 10 mg, possibilmente in associazione con una benzodiazepina”. Avviene dunque che da una situazione ricca e soft, quale è quella suggerita dal cuscino ricamato, passiamo di colpo a una presa di coscienza della realtà povera e hard, quella che è fatta di solitudine e di “rimedi” precisi al vivere quotidiano femminile.
Siamo in realtà di fronte a un non-luogo e a una terra di nessuno, siamo di fatto pronti a essere “riempiti”. Il farmaco infatti, come è utilizzato dalla Bolmini, non è solo fonte di pericolo, ma è anche forte motivo di espansione, spesso l’unico concesso alle imprigionate secolari, cioè tutte quelle medio casalinghe dotate ancora di grande fantasia. E allora il mosaico della Bolmini non è solo un rilievo di situazione, ma è anche “altro”, perchè si muta in possibilità di libertà, in una nuova “apertura” al mondo, al piacere. E lo sottolinea, in parte, il titolo di tutta l’operazione: PINK TURN TO BLUE, dove il pink inglese sta ad indicare non solo un colore, ma anche la possibilità di felicità, pronta però a convertirsi in blue, che, ugualmente, non è solo un colore ma indica anche uno stato depressivo. Ma non è forse questo quel non-luogo dal quale ri-partire per essere felici? Non è forse dalla depressione infatti che poi si passa al “rosa”, alla felicità? Dunque ben vengano i prodotti della Roche farmaceutici che assicurano il passaggio di stato verso la libertà di pensiero e che fungono da antidoto a tante forme millenarie di costrizione. Via pentole, problemi, figli, mariti, amanti, professori, capi, amici, nemici...!! Azzerati in un colpo solo. Aspettiamo con ansia di gustare i biscotti guarniti non di confettini dolci-dolci, buoni-buoni, ma di pillole, di quelle pillole libere-libere, che marina ci offrirà il giorno dell’inaugurazione della mostra. Sono sicura che questa operazione sostitutiva, che questa confezione di nuovi pasticcini linguistici sarà molto gustosa.

Testo per la mostra Pink turn to blue, galleria Graffio, Bologna 1998